Ho letto qualche giorno fa un articolo: “Il cancro simbolo dell’amore frainteso”.
Diciamo che non dò molto retta ad articoli dai titoloni facili, quelli che servono per accumulare click e che fanno da specchietto per le allodole. Questa volta è stato diverso. Perché con il Cancro sono a contatto praticamente tutti i giorni e so quanto sia serio e importante avere e contribuire a creare una cultura su questa malattia che abbia basi scientifiche, di studio, di verità e che non dia false speranze, che non contribuisca a creare quei falsi miti che servono soltanto a rendere sicuro, chi “abbocca” alla bufala di turno, che mangiare peperoni crudi sconfigga le cellule tumorali e che respirare l’aria dell’Himalaya distrugga il tumore al colon, etc.
Il cancro ha un’origine di difficile definizione, se non impossibile: ad un tratto una cellula (sì, una sola cellula) che fino a quel momento svolgeva la sua precisa funzione in un preciso modo, “impazzisce”* e coinvolge in questo delirio le cellule vicine, poi anche cellule più lontane, fino ad arrivare ad altri organi (metastasi). Le origini di questo danno cellulare sono varie. Non esiste quasi mai, tranne in alcune rare forme ereditarie, un’unica causa che possa spiegare l’insorgenza di un tumore. Al suo sviluppo concorrono diversi fattori (età, fattori ereditari**, stili di vita, fattori ambientali), alcuni dei quali non sono modificabili, come i geni ereditati dai propri genitori o l’età, mentre su altri si può intervenire per ridurre il rischio di andare incontro alla malattia.
Detto questo, credo che scambiare la possibilità dell’organo bersaglio*** di contrarre la malattia con un non meglio specificato potere di attirare su di sé la malattia beh… sia un po’ lombrosiano.
E’ importante nella pratica clinica fare molta attenzione al linguaggio che si usa per definire il cancro e la malattia per star vicino alla sofferenza di chi si trova a combattere ogni giorno una guerra dal risultato incerto. E’ facile approfittarsi delle speranze di un malato, dei suoi familiari, degli amici, è altrettanto facile parlare pensando che il nostro linguaggio sia da tutti comprensibile allo stesso modo. Questo genera problemi di comunicazione da non sottovalutare e la responsabilità è di chi scrive non di chi legge. Internet ha regalato al mondo intero la possibilità di esprimere ogni cosa si voglia e ha dato la possibilità che quello scritto, quel video, possa essere letto e guardato. Ma questo non significa che creare false credenze aiuti le persone a stare meglio, è solo un placebo virtuale che si spegne quando si chiude lo schermo. Perché il cancro non ha un interruttore, il cancro non si spegne a piacimento, il cancro non si ferma perché c’è amore. Il cancro si cura con la scienza, con la ricerca, con lo sviluppo di nuove tecniche. Dare un sostegno ad una persona malata significa esserle vicino senza imbrogliare, senza usare parole decontestualizzate e imbellettate di tutto punto, significa condividere la sofferenza e la speranza, significa essere sinceri.
*La cellula continua a riprodursi senza freni e vengono meno anche i processi con cui le cellule danneggiate vanno incontro a una morte programmata, detta apoptosi.
** si parla di “familiarità”: ciò significa che con i geni non si trasmette la malattia, ma solo una maggiore predisposizione a svilupparla.
***organo che risponde alla stimolazione causata da un ormone, perché le cellule possiedono dei recettori in grado di riconoscerlo e utilizzarlo.
http://www.airc.it/tumori/cosa-e-il-cancro.asp
L. Grassi, M. Biondi, A. Costantini Manuale pratico di Psico-oncologia. 2003, Il Pensiero Scientifico Editore, Roma.
l’immagine in copertina è tratta da: