L’AIOM pubblica il resoconto annuo sui numeri del cancro in Italia e ne emerge per la regione Abruzzo un quadro non proprio roseo. Soprattutto in materia di prevenzione nella regione scarseggia la voglia, sembra, di prendersi cura di sé.
Quindi è così, Abruzzo forte e gentile, ma anche testardo e fifone.
Partiamo da un assunto di base: io sono Abruzzese e come la gran parte dei miei corregionali mi porto dentro questa terra ovunque io vada: in tutto ciò che dico e in quello che faccio traspare l’aurea delle montagne impervie dell’appennino, il sapore del vento freddo dell’inverno e il tocco caldo del sole d’estate. Passatemi la poetica, da buon Abruzzese tendo sempre a tessere le lodi della mia terra.
Detto ciò, a qualcuno potrebbe suonar strano la mia frase di prima. Come si può dare del fifone ad un Abruzzese?
Passi la testardaggine, caratteristica delle genti soprattutto di montagna (e in Abruzzo ce ne sono tante), siamo “forti e gentili” come diceva Primo Levi, orgogliosi e ospitali come scriveva Ennio Flaiano. Ma paurosi? Ma quando mai?!
Ce ne andiamo per mare ad esplorare nuovi mondi e scaliamo le montagne per toccare i cieli, ci inoltriamo nei boschi in cerca di cibo e coltiviamo anche i terreni più duri. Questa paura di cui parlo, allora, da dove arriva?
Ebbene, arriva dai numeri: in Abruzzo in il 35,8% della popolazione è sedentario, il 34 in sovrappeso, il 10,9 obeso, il 29,7 è fumatore. Oltre a questo si aggiunge la mancanza di prevenzione e le percentuali anche qui, sia per le donne che per gli uomini, sono davvero alte.
La mia regione è una delle più colpite in Italia dalle malattie tumorali, i tassi di incidenza parlano chiaro. Se dapprima sembrava esserci una discesa di alcune forme tumorali, come il cancro colon-retto che dal report del registro tumori Abruzzo del 2014 (dal 2004 al 2014) era in netto calo tra la popolazione, nell’ultimo report (2016), sta aumentando di presenza e supera la media nazionale.
Qui non voglio indagare il perché di questi dati, voglio invece focalizzarmi sul come nella mia regione si proceda a tentoni nel vasto mondo della prevenzione.
Qui non disegnerò le istituzioni come buone o meno buone, non parlerò alle associazioni che organizzano o no eventi di prevenzione, mi rivolgo alle persone, a tutte quelle persone che come me hanno paura.
Sì, mi spaventa pensare di potermi ammalare. Mi spaventa la possibilità di andare a fare una visita specialistica. Ho paura di quello che potrebbe dirmi il medico.
Tuttavia, penso che non saperlo non significa che il male non ci sia.
Non parlare di un problema non fa sì che il problema sparisca.
Solo attraverso le parole di un medico e dal referto di una visita specialistica posso sapere effettivamente se sono ammalato. Soltanto nel momento in cui ne ho la certezza posso adoperarmi per stare bene. E’, a questo riguardo, estremamente importante arrivare il prima possibile. Nella malattia tante volte si ha l’immagine di star correndo una podistica, in base a quando si ha la diagnosi la percezione del tempo a disposizione cambia. Più tardi arriva, meno tempo si pensa di avere, in matematica si applica la regola della proporzionalità inversa e così è nella lotta al cancro. Voglio essere chiaro e schietto, da bravo Abruzzese: le possibilità di guarigione aumentano con una diagnosi precoce e diminuiscono con una tardiva.
Ogni giorno di ritardo nella diagnosi è un giorno in meno nella cura.
Lo scriveva Ennio Flaiano che, da Abruzzese, si riconosceva una caratteristica che non si può proprio definire un pregio: “il pudore dei propri sentimenti”. Eppure voglio spronarvi, anzi, spronarci a chiedere un consulto, a fare prevenzione, a lasciare indietro l’idea che forte e gentile significhi non parlare mai di sé e tenersi tutto dentro. Il confronto con l’altro in questo caso può essere una risorsa, per non scoprirsi soli e inadatti a curarsi. Qui la paura va affrontata, non nascosta. Da Abruzzese lo dico a tutti quelli della mia terra, aiutiamoci a stare bene, lottiamo con la nostra forza per vivere al meglio e se ci sarà da affrontare un percorso di malattia lo faremo chiedendo aiuto, perché è un diritto chiedere di voler star bene e imparare a farlo.
https://www.regione.abruzzo.it/content/sanit%C3%A0-nel-2016-abruzzo-7824-nuovi-casi-di-tumore
http://www.gepp.it/docs/pubblicazioni/ManzoliL-ReportIAnnoRegistroTumoriAbruzzo2016.pdf
http://www.ilpescara.it/cultura/lettera-ennio-flaiano-pasquale-scarpitti-abruzzo.html
la foto è di Armosino de Luca ed è presa da
https://www.greenme.it/approfondire/interviste/20293-paesaggi-d-abruzzo
