Il testamento biologico è un documento scritto per garantire il rispetto della propria volontà in materia di trattamento medico (somministrazione di farmaci, sostentamento vitale, rianimazione, etc... ) anche quando non si è in grado di comunicarla.
Ci sono giorni che rimangono nella storia. Giorni che, a dispetto di ogni previsione, sembra assumano un carattere diverso dal normale. Il 14 dicembre 2017 è uno di quei giorni.
Infatti, con 180 favorevoli, 71 contrari e 6 astenuti, il 14 dicembre 2017 al Senato della Repubblica Italiana passa la nuova legge sul Bio – Testamento.
Facciamo un passo indietro.
All’inizio c’è l’articolo 32 della Costituzione Italiana che recita così: “Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”.
Dopo viene la Convenzione sulla Bioetica di Oviedo che si preme di proteggere la dignità dell’essere umano (per saperne di più si veda qui) e all’art. 5 dice che “Un intervento nel campo della salute non può essere effettuato se non dopo che la persona interessata abbia dato consenso libero e informato. Questa persona riceve innanzitutto una informazione adeguata sullo scopo e sulla natura dell’intervento e sulle sue conseguenze e i suoi rischi. La persona interessata può, in qualsiasi momento, liberamente ritirare il proprio consenso”. Tuttavia, nonostante da parte dell’Italia ci sia stata la sottoscrizione e la ricezione della Convenzione attraverso la legge del 28 marzo 2001 n. 145, non c’è stata predisposizione degli strumenti per adattare l’ordinamento giuridico italiano ai principî e alle norme della Convenzione e dei Protocolli.
Poi ci sono stati Eluana Englaro, Luca Coscioni, Piergiorgio Welby, dj Fabo. Lunghe trafile giudiziarie, spesso controverse, dove i concetti di morte, vita, decisioni, responsabilità, colpa, si sono spesso sovrapposti ad emozioni e pensieri contrastanti come la paura, la stanchezza, la rabbia, la vergogna, il sollievo, il dolore, l’accettazione.
Fare un esame legislativo, o politico, sarebbe per me inutile ed improbabile. Quello che voglio sottolineare con questa riflessione è che credo fortemente che una persona abbia la possibilità di scegliere per sé sempre. In accordo con uno dei concetti alla base della filosofia dell’Analisi Transazionale, ritengo che “Ognuno ha la capacità di pensare. Fatta eccezione per chi ha subito un grave danno cerebrale, ogni persona ha la capacità di pensare, pertanto è responsabile per sé e per le decisioni che prende riguardo la sua vita”.
Ritengo diritto inalienabile dell’uomo la possibilità di decidere per sé stesso anche in punto di morte. Nel momento forse più difficile per chi si trova a dover salutare per sempre i propri affetti e, non da ultimo, la propria esistenza, avere il sostegno di una legge di Stato che promuova il diritto ad avere dignità nella malattia e nella morte è di fondamentale importanza.
Per questo credo che il 14 dicembre 2017 sia una data storica per l’Italia. Perché si riconosce, attraverso una legge di Stato, una tappa a dir poco fondamentale verso l’acquisizione del principale diritto dell’uomo ad essere uomo, ovvero il riconoscimento della dignità della vita anche in punto di morte.
Per essere informati riguardo le disposizioni della legge:
http://ilfamiliarista.it/articoli/news/testamento-biologico-il-senato-approva-la-legge
Al link di seguito trovate una copia da scaricare della bozza del testamento biologico redatta dalla Fondazione Veronesi:
https://it.wikipedia.org/wiki/Dichiarazione_anticipata_di_trattamento
https://www.associazionelucacoscioni.it/
la foto di copertina è presa da: